GLI SPOSTAMENTI PER L’ACCUDIMENTO DEGLI ANIMALI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS:LE COLONIE FELINE…E ALTRI ANIMALI

All’orizzonte si profilano misure sempre più stringenti volte a limitare gli spostamenti delle persone e ciò al fine di contenere l’emergenza sanitaria in corso.

Proprio in ragione di dette limitazioni, sono moltissimi tra volontari, associazioni animaliste e privati cittadini che si sono interrogati sulla possibilità di spostarsi all’interno del proprio comune di residenza e, soprattutto, al di fuori di esso, per accudire animali come i gatti delle colonie feline.

La domanda che ci viene rivolta è sempre la stessa: posso spostarmi per accudire, curare e alimentare questi animali? 

Si può senz’altro ritenere che la risposta sia positiva e che tutti i soggetti già autorizzati, prima dell’entrata in vigore dei decreti d’urgenza dell’8, 9 e 11 marzo 2020, possano continuare a svolgere la propria encomiabile attività; attività che, comunque, dovrà essere svolta “in sicurezza”, sempre avendo cura di osservare la distanza minima interpersonale rientrando presso la propria abitazione una volta svolti i necessari lavori di accudimento e pulizia.

Ma chi sono i soggetti autorizzati? Relativamente alle colonie feline i Comuni si avvalgono per la gestione delle stesse dell’ausilio di associazioni o privati cittadini. Preme ricordare in questa sede che, sulla scorta di quanto previsto dalla Legge Regionale FVG, affinchè una colonia felina sia riconosciuta, la stessa dovrà essere segnalata e censita dal comune. Solo così coloro che chiamiamo referenti o tutor di colonia verranno iscritti nelle apposite liste o negli elenchi dei nominativi dei volontari tenute dai comuni. Tale riconoscimento è tanto più importante in questo periodo d’emergenza in quanto costituisce motivo fondante e giustificante il proprio spostamento per l’accudimento dei felini. Il referente di colonia è infatti munito di apposito tesserino, ferma restando la possibilità, in caso di impossibilità di apprestare le dovute cure alla colonia (magari proprio perché il tutor si trova in quarantena) di segnalare detta impossibilità al comune delegando così altro volontario. 

Ricordiamo che il Ministero della Salute ha chiarito che che gli spostamenti per la cura degli animali rientrano nell’ambito della deroga relativa ai motivi di salute di cui ai DPCM 8 e 9 e 11 marzo, in quanto sono da estendersi anche alla sanità animale, in conformità delle disposizioni previste dai sui citati DPCM”. La cura degli animali quindi rappresenta non già uno stato di necessità ma viene equiparata alla salute umana e quindi non differibile.

Altra situazione rappresentataci, diversa da quella delle colonie feline, ma simile nella sua ragion d’essere, è quella di animali “non conviventi” ma di proprietà privata e che non sono detenuti presso la propria abitazione. Si pensi, ad es. a un cavallo o altro animale simile detenuto presso un maneggio o altra struttura di ricovero. La domanda sorge spontanea: potrò spostarmi, magari dal mio comune di residenza a un altro, per accudire l’animale? La risposta non può prescindere da una valutazione del caso specifico. Va da se’ che, se la ratio della norma è quella di apprestare all’animale cure o di alimentarlo, in quanto lo stesso non può considerarsi autosufficiente e solo il proprietario può apprestare le predette attività, ecco che ne consegue che lo spostamento sarà senz’altro da ritenersi uno spostamento in deroga al divieto e quindi autorizzato, sempre nel rispetto delle prescrizioni sulla sicurezza pubblica ben note.

Va da se’ quindi che, se dette prestazioni potessero essere effettuate da qualcuno diverso dal proprietario che si trovi in loco e che si renda disponibile ad effettuarle, lo spostamento sarebbe da ritenersi non giustificato e quindi passibile di sanzione penale.

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